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L’Operazione Babalon

La sua bocca è rossa, i suoi seni sono splendidi, i suoi lombi sono pieni di fuoco ...” (The Book of Babalon). Nella primavera del 1946 Ron L. Hubbard, che sarà il fondatore della Chiesa di Scientology, e il rocket scientist John W. Parsons, allora capo dell’Ordo Templi Orientis californiano, compiono una serie di rituali magici atti a evocare la dea Babalon e incarnarla in un essere umano, secondo i princìpi della cosiddetta magia enochiana della moderna corrente magico-occultista occidentale. I risultati di questi esperimenti magici sono stati trascritti da Parsons e Hubbard nel Libro di Babalon (The Book of Babalon, vel Liber 49, BoB).

Un fotogramma dal video Babalon Working di Brian Butler.

Ogni uomo, ogni donna è una stella

(BoB, dall’introduzione) “Questo libro contiene la cronaca di un esperimento magico relativo all’evocazione di un elementale, la successiva evocazione della Dea o Forza chiamata BABALON e i risultati che ne conseguirono”. Si ritiene che l’epoca presente sia “sotto l’influenza di una forza chiamata, nella terminologia magica, Horus” – il fratello corrotto di Osiride nell’antica mitologia egizia, sconfitto ma ancora potente, violento ed energico nel guidare l’umanità cieca verso la propria distruzione.
Tutte le funzioni umane, oltre la soddisfazione di quelle vitali, emergono dal bisogno di amare o essere amati. È quindi letteralmente vero che la comprensione è l’apice di ogni potere.
Solo Babalon può contrastare la forza di Horus e dirigere le energie umane verso “canali costruttivi”, perché “la natura di questa forza è connessa all’amore, alla comprensione e alla libertà dionisiaca (corsivo mio, dalla versione italiana di J. Parsons, Libro dell’Anticristo).

Secondo la dottrina sottesa all’azione magica, questa forza può potenzialmente incarnarsi in chiunque si ‘risvegli’ e prenda coscienza di sé, identificando in qualche modo la divinità di Babalon con la propria. In particolare, però, la Dea può incarnarsi in una donna reale, specifica, e gli esperimenti condotti per quattro mesi nella cornice mistica del deserto di Mojave furono finalizzati a ottenere questo risultato concreto.

Così John Symonds, ‘esecutore letterario’ di Aleister Crowley, sugli strumenti rituali: “La Tavoletta dell’Aria o Tavola Elementale di Enoch è una delle quattro Torri di Guardia dell’Universo; le altre sono le tavolette del Fuoco, della Terra e dell’Acqua. [...] Parsons stava usando il sistema magico di John Dee e del suo veggente Edward Kelly che Crowley aveva sperimentato con successo nel 1909 nel deserto nordafricano insieme al suo chela Victor Neuburg. La verga era il pene e il talismano sull’altare simboleggiava l’utero” (J. Symonds, Aleister Crowley: la Bestia 666, Mediterranee, 2006).
But thou hast all in the clear light, and some, though not all, in the dark.
(A. Crowley, Liber Al vel Legis, I:56)

Rituale di nascita

Le invocazioni preliminari sono seguite dallo scatenarsi di eventi improvvisi: tempeste di vento, guasti all’impianto elettrico, apparizioni di entità dall’aspetto di luci giallastre, rispedite con il ricorso a una “spada magica” al di là della “frattura” prodotta nel mondo sensibile dalla messa in atto del rito.

Hubbard, il “giovane novizio” (così in un articolo del Sunday Times del 5 ottobre 1969, che per la prima volta svelava i precedenti del fondatore di Dianetics), prende appunti ed è lo Scriba; ma presto viene investito da facoltà divinatorie e attraverso di lui parlerà Babalon in prima persona, sviluppando delle visioni astrali che saranno poi descritte in dettaglio. Le tensioni cessano all’improvviso, quattro giorni più tardi; la Dea ha accolto il richiamo: ad attenderli alla porta c’è una donna dai capelli color del bronzo, una giovane dai verdi occhi a mandorla e dall’aspetto delicato, ma dalla personalità appassionata, sincera, determinata e perversa. Marjorie Cameron e Jack Parsons condivideranno insieme gli anni successivi fino alla morte di lui, avvenuta in circostanze non chiare nel 1952.

Copertina della versione italiana (Arktos, 1983) di Moonchild (Liber LXXXI), novella satirica su avventurosi esperimenti magici, alcuni dei quali finalizzati alla creazione degli homunculi. Il dipinto è di Lorenzo Alessandri (1927-2000), apprezzato pittore ‘del surreale’ (si veda la Relazione del Cesnur Lorenzo Alessandri e l’occulto, Torino 2010). Img via Scribd

La Donna Scarlatta

Il rituale di invocazione ha prodotto la manifestazione della dea, che ha espresso la propria volontà attraverso l’azione medianica di Hubbard:
Io sono Babalon, e lei è mia figlia. In essa mi incarnerò (37).
Il profumo è il sandalo, l’abbigliamento verde e oro; ecco la mia coppa, il nostro libro, il tuo pugnale (19). Procurati un disco di rame del diametro di tre pollici, e dipingi su un fondo blu la mia stella d’oro: quello sarà il mio talismano (21-22). Non chiedere niente. Mantieni il silenzio. Sarà una dura prova, ci vorranno lacrime e sangue. 

Il lavoro rituale dura nove lune e Babalon è identificata con la fenicia Astarte, Regina del Cielo. A lei si dedicano musica e gioia, le si offre vino, sangue, la propria volontà; a lei che, sola, può aggirarsi senza timore sotto la nera vòlta notturna nei boschi segreti, e conoscere i misteri del dio Pan.

Il processo non è indolore. Quale estasi e insieme indicibile agonia c’è in questo risveglio dei sensi intorpiditi, e nel provare quanto la materia tutt’altro che vile possa avvicinare agli dèi!

L’autorità e il ribelle

Dal 1943, John Whiteside (Jack) Parsons (1914-1952) era il capo della Loggia Agape dell’Ordo Templi Orientis (OTO), società iniziatica a sfondo esoterico fondata anteriormente alla Prima guerra mondiale da un gruppo di framassoni tedeschi che condividevano interesse nella Teosofia, nel Rosicrucianesimo e nell’occultismo. L’OTO era, nelle intenzioni del suo fondatore Theodor Reuss (1855-1923), una sorta di università massonica attraverso cui sarebbero confluiti i più alti gradi di tutti i sistemi in un unico grande Ordine.

Dal 1922 la sezione inglese dell’Ordine era sotto la leadership dell’occultista Aleister Crowley (1875-1947); già co-fondatore dell’Ordine della Stella d’Argento (Order of Silver Star, A∴A∴), egli aveva elaborato una propria dottrina magica chiamata Thelema, di cui lui stesso era il profeta, dettatagli da un essere soprannaturale o “intelligenza preterumana” nel 1904 durante un soggiorno al Cairo (il Libro della Legge, The Book of the Law, Liber AL vel Legis).

Crowley aveva sostenuto la nomina di Parsons e rinnovato spesso la sua fiducia in lui; eppure era cauto nei confronti di quel genio tormentato con un approccio alla magia eclettico se non eterodosso, che contaminava il ‘canone’ thelemico con elementi di voodoo e neostregoneria per sperimentarne gli strabilianti effetti.

In particolare, Parsons aveva intenzione di mettere in pratica quello che Crowley aveva scritto circa la creazione dell’homunculus nel De Homunculo Epistola del 1914, dove erano riportate le istruzioni per il raggiungimento del X grado dell’Oto. 

IX grado, magia sexualis

“Qualcuno sta creando un Moonchild”, scrive Crowley il 16 aprile del 1949 al suo amico e futuro successore Karl Germer, quando il vecchio Maestro aveva ormai del tutto perso la fiducia in quel giovane dalle pericolose ambizioni; la magia va maneggiata con cautela, Parsons sopravvaluta i propri mezzi e le proprie capacità: “l’amore del magus per questi esseri è insensato e può distruggerlo”, lo ammonisce Crowley in una lettera del marzo di quell’anno con le parole di un celebre aforisma di Eliphas Lèvi. 

I sospetti si rivelano fondati, l’esperimento fallisce (è stata lesperienza più importante – devastante – della mia vita”, scrive Parsons a Crowley il 6 marzo), l’intera vicenda ha un epilogo amaro: Parsons perde molto denaro (“sono fortunato se riuscirò a salvare 3mila, 5mila dollari” scrive di nuovo a Crowley a luglio) in un investimento di compravendite di yacht dall’East Coast alla California, la partnership con Hubbard si interrompe bruscamente. Di lì a qualche mese Crowley rimuove Parsons dalla carica di Maestro della Loggia, seguirono di poco le dimissioni dall’Ordine da parte dello sfortunato scienziato sognatore.

Secondo la dottrina sottesa a queste pratiche, è possibile creare sul piano astrale una egregore, una sorta di elementale artificiale. L’homunculus è l’egregore incarnata, una formazione energetica che si materializza in forma concreta in seguito a un procedimento del quale il medico-alchimista Paracelso aveva sintetizzato una formula che prevedeva l’utilizzo di sangue e sperma (l’ostia consacrata degli Spermo-gnostici. B. Heuvel, The Mysteries: Unveiling the Knowledge of Subtle Energy in Ritual, 2010, 99-100). Img: Beginnings, Cathy Rose.

Creare la vita: presupposti esoterici

La possibilità di realizzare un essere vivente artificiale attraverso un’operazione magica era stata presa in considerazione anche da Crowley, ma alcuni suoi seguaci in particolare presero la faccenda molto più seriamente di lui: l’egregore evocata e nutrita dal culto dei membri della loggia è incarnata nel possessore del più alto grado della Fraternitas Saturni, gruppo scismatico costituito in Germania nel 1926 dal libraio Eugen Grosche (1888-1964), il primo ordine ad essere fondato sulla ‘religione filosofica’ crowleyana del Thelema (La Legge del Nuovo Eone). 

Per via delle sue attitudini spiccatamente misogene, Grosche volle trovare la sua ‘anima gemella’ creandola sul piano astrale e dandole un corpo attraverso una statua a mezzobusto preparata per l’occasione. Questa egregore fu chiamata Goto (Gradus Ordo Templi Orientis Saturni) o Utuit (una sorta di formula per Oto-it), e si sarebbe riunita al suo evocatore il quale, dopo la morte, avrebbe raggiunto uno stato di perfezione androgina: il prototipo extra-umano al quale le logge della Fs si rifacevano è infatti il Baphomet, l’idolo templare che può essere “evocato recitando la prima sura del Corano, e congedato con il 24esimo capitolo dell’apocrifo Libro di Sirah”.

Il disincanto della ragione

La magia occidentale ha subìto una profonda trasformazione negli ultimi 150 anni ed è caratterizzata, rispetto a quella medievale e della prima età moderna, da un sostanziale scetticismo: angeli e demoni subiscono un processo di astrazione e sempre più spesso sono solo simboli iconografici di princìpi filosofici o aspetti psicologici, piuttosto che entità reali che esistono al di fuori della mente umana.

Tuttavia, la magia pratica e altre forme di occultismo che nel XX secolo hanno goduto di una rinnovata fortuna sono tutt’altro che una semplice reazione alla secolarizzazione, come dimostra in Crowley la combinazione di dottrine esoteriche e della magia cerimoniale con concetti chiave della modernità stessa come l’individualismo, il rifiuto della tradizione, la fiducia nel progresso tecnico-scientifico e, soprattutto, la credenza nella perfettibilità umana. Tra fine degli anni Trenta e i Quaranta, anzi, in California l’occultismo inizia a far parte del milieu culturale alternativo al pari della letteratura fantascientifica, dell’esplorazione della sessualità e delle sperimentazioni di stati alterati di coscienza, e diventa “pop”.

Anche per Parsons, figlio di quell’epoca, non c’era alcun conflitto apparente tra il suo ruolo di scienziato e quello di maestro di loggia di un Ordine che operava magia, e questa è stata la sua innovazione: l’Operazione Babalon rimane, rispetto al razionalismo disilluso di un certo esoterismo ‘filosofico’, un notevole esempio di visione del mondo appassionatamente incantata.

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H. Bogdan, The Babalon Working 1946: L. Ron Hubbard, John Whiteside Parsons, and the Practice of Enochian Magic, Numen: International Review for the History of Religions, Brill, 63, 2016.

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