S i dice di Tito Lucrezio Caro che fu indotto alla follia ( in furorem ) da un filtro d’amore e, dopo aver scritto alcuni libri negli intervalli di lucidità concessigli, in un eccesso di delirio morì suicida a 43 anni (Girolamo, traduzione del Chronicon di Eusebio, con inserti da Svetonio, De poetis ). Venere Anadiomene, Jean Auguste Dominique Ingres, 1848, via Wikimedia Commons La follia del poeta Nonostante certi innegabili tratti di “pessimismo” che connotano la sua poetica cruda e concreta, quella del suicidio sarebbe con ogni probabilità una notizia diffamatoria, nata in ambienti cristiani nel IV secolo per screditare il suo malinconico scetticismo nei confronti delle cose divine: la religio è pratica empia e crudele che grava sull’umana esistenza con volto spaventoso – horribili aspectu , I, 65, e i commentatori cristiani vi scorsero l’estremo pericolo della storicizzazione della deorum opinio , l’idea che l’esistenza di un mondo divino miracoloso e inconoscibile sia in fon
Miscellanea di storia delle religioni, politeismi, magia