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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Nata dalla Luna. Il mito di Lilith nella letteratura ebraica

Nonostante nei libri ebraici canonici si sia cercato di eliminare ogni traccia di politeismo e tutti i documenti sacri pre-biblici siano stati distrutti o andati perduti, la Bibbia conserva tuttora importanti tracce di antichi dèi e dee sotto le sembianze di uomini e donne o esseri extra-umani quali angeli, mostri o demoni: Samael , per citare un esempio celebre, sarebbe storicamente il dio di Samal, piccolo regno hittita-aramaico, che nel mito ebraico acquisisce il titolo di “Satana” (nemico) e “grande accusatore” insieme a un altro angelo caduto, “Lucifero figlio dell’alba”, e al serpente che nel giardino dell’Eden cospirò per la caduta di Adamo. Persino Eva, la “madre di tutti i viventi” (Genesi III, 20, sebbene l’etimologia resti incerta) viene identificata dagli storici con la dea Heba , moglie del dio-tempesta hittita raffigurata a cavallo di un leone, che in Grecia diventa Ebe compagna di Eracle. Non solo. La ricchezza di culture e religioni, sebbene bandita nei testi uffic

Apollo Palatino, due testimonianze letterarie

Furono molti a partecipare, nell’ottobre dell’anno 28, all’inaugurazione del primo tempio dedicato ad Apollo nella sua qualità di dio dei poeti (citaredo); fino ad allora, infatti, a Roma era stato dedicato ad Apollo un edificio sacro solo nella sua funzione di dio guaritore: il tempio di Apollo Medicus ovvero, come venne anche chiamato dal nome di chi si occupò del restauro, Apollo Sosianus, che si trovava sul margine meridionale del Campo Marzio, accanto al Teatro di Marcello. Apollo kitharoidos Palatino, intonaco dipinto, Antiquario del Palatino. Via Wiki commons Fortemente voluto dal Divo Augusto nell’ambito del suo complesso e ambizioso programma di governo, il Tempio di Apollo Palatino risponde alla personalissima ed eclettica rielaborazione di temi religiosi “altri” da parte della religione romana, secondo un linguaggio artistico che, a partire dalla netta cesura dell’età augustea, si voleva avvalere delle formule classiche e che rimase alla base dell’arte ufficiale romana

Sugli amuleti nell’antichità greco romana: materiali e forme

Amulétum, in greco  περίαπτον ,  περίαμμα o  φυλακτήριον , in arabo hamâlet (da hamal “portare”), è la  ligatura o alligatura degli scritti cristiani. Nel mondo greco, gli amuleti sono antichi almeno quanto Omero ( μῶλυ in Od . 10.305 ). Odisseo è sull’isola di Circe , dove la maga tiene in ostaggio i suoi compagni trasformati in maiali ed Hermes, manifestatosi nella forma di un possente e bellissimo giovane, lo aiuta procurandogli un’erba miracolosa che renderà innocui i veleni della strega:  mi diede allora l’erba, dopo averla strappata da terra, e me la mostrò; la radice era nera, il fiore di un colore simile a quello del latte. Gli dei la chiamano molu , sradicarla per gli umani è impossibile, solo gli dei possono farlo. In latino la parola  amuletum compare per la prima volta in Plinio ( Naturalis Historia , 23.11 ), dove si parla degli effetti curativi della teriaca, un preparato a base di piante utuntur ea pro amuleto et ad expuitionem sanguinis quoque adhibent, non ultra

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