Passa ai contenuti principali

Equilibrio, esercizio, volontà. Consigli teosofici per il perfetto occultista

Alzati presto, appena ti svegli, senza indugiare pigramente nel letto, metà cosciente e metà sognante. Quindi con devozione prega affinché tutto il genere umano sia spiritualmente rigenerato, ché coloro i quali lottano sul sentiero della verità siano incoraggiati dalla tua preghiera e proseguano con maggiore intensità e successo, e ché tu possa uscire rafforzato, e non sottomesso, dalla seduzione dei sensi. “Tu” vuol dire il Sé superiore, “noi” è quello che noi stessi ne facciamo.

Magritte, Il mago (autoritratto con quattro braccia), 1952, via Wiki Art

«L’occultismo non è magia, ma la magia è un suo strumento», si legge in esergo al volume di H. P. Blavatsky, Practical Occultism, 1939. E ancora: «Occultismo non è acquisizione di poteri, vuoi psichici o intellettuali, ma entrambi sono suoi servitori. Né l’occultismo consiste nella ricerca della felicità, per come gli uomini la intendono, perché innanzi tutto è sacrificio, e poi rinuncia. [...] L’occultismo è la scienza della vita, l’arte stessa di vivere».

Mistica, occultista, medium

Helena Petrovna Blavatsky nasce da una nobile famiglia a Ekaterinoslav, nel sud della Russia, nel 1831, e arriva negli Usa in età già matura, nel 1873, rivelandosi subito una vera celebrità negli ambienti spiritualisti dove diviene protagonista di “eventi sensazionali” e fenomeni paranormali spettacolari; la stampa dell’epoca, non meno scandalistica che detrattrice, le dedica ampio spazio¹. Il suo più riconosciuto contributo all’occultismo contemporaneo è stato fargli “volgere lo sguardo” alle filosofie orientali e creare un impianto religioso che potesse affrontare le sfide del pensiero moderno, parallelamente alla crisi delle religioni tradizionali. Il dubbio inizia a coinvolgere soprattutto l’idea della dannazione eterna, incompatibile con la nozione di un dio amorevole e benigno, e tutto l’inesplorato campo di sapere che si apre con i nuovi orientamenti scientifici: la geologia, ad esempio, dimostra che la terra è ben più antica del Diluvio e le teorie di Darwin mettono in crisi secoli di dogmi. La soluzione di Blavatsky per conciliare pensiero religioso e scientifico e continuare a “credere” in forze soprannaturali e misteriose pur nel confronto con la razionalità moderna consiste dunque in questo: accogliere vecchie e nuove istanze, evoluzionismo e cosmologia hindu, mesmerismo, buddhismo e cristianesimo primitivo, passando per egiziani, caldei e zoroastriani senza fare di questa sintesi una rivelazione ma piuttosto un insegnamento, attingendo a un già fortunato “orientalismo vittoriano” per rivolgersi decisamente all’India, dove visse tra il 1879 e il 1895.

L’assioma ermetico

Il dio teosofico è un’entità creatrice di puro pensiero che ha infuso una scintilla divina in ogni particella di materia. Da lui, l’universo si è formato attraverso un cerchio di emanazioni dove le più basse hanno acquisito densità e peso fino a raggiungere il “momento di svolta” ed essere riassorbite nell’infinito e nell’eterno, ai quali appartengono. Blavatsky sostituisce così la cosmologia cristiana di un dio trascendente con quella di un essere immanente che ha creato il mondo con lentezza, secondo processi pienamente naturali.

Naturale era anche la magia praticata e insegnata da Mme Blavatsky, che si fondava sul presupposto ermetico per cui “ciò che è in alto, così è in basso”: il mago può attingere a un “terzo livello” che costituisce il punto di raccordo tra i due piani, il visibile e l’invisibile, una rete di “fluidi imponderabili” che connettono ogni cosa, per operare una concreta influenza sulla realtà. Un principio vitale comune e onnipervasivo che, se controllato da una volontà umana perfetta, può far ottenere risultati sorprendenti: i taumaturghi, ad esempio, operano secondo lo stesso principio di manipolazione delle proprietà “astrali” degli elementi di natura, arrivando ad alterare lo stato fisico dei loro pazienti e realizzare la guarigione.

Blavatsky rifiutava l’idea che l’occultismo contravvenisse all’ordine di natura. Al contrario, è ritenuto essere la chiave per discernere l’unità del tutto e tendere liberi e lievi verso il divino che abita in noi come un tempio, e il misticismo è lo strumento della ricerca.

Il dovere

La trascendenza si esprime a livello umano attraverso delle regole di condotta che occorre sempre tenere presenti e che sono anteporre la felicità degli altri alla propria, agire non per il risultato e, in poche parole, “fare il bene”; solo allora verremo ricompensati:
La nostra filosofia insegna che l’obiettivo dei nostri doveri verso tutti gli uomini prima e poi verso di noi, non è il conseguimento di una felicità personale ma la felicità degli altri; e cioè fare il bene per il bene in se stesso e non per quello che ci può apportare di felicità. Felicità e contentezza possono ben seguire al compimento del dovere, ma non sono, né devono esserne, il movente².

La quotidianità

Per facilitare la concentrazione e purificare il cuore e i pensieri, inizia a visualizzare nella tua mente l’immagine del tuo Maestro nello stato di Samadhi [estasi divina], fissala davanti a te, riempila di tutti i dettagli, pensa a lui con rispetto e prega perché ti siano perdonati tutti gli errori compiuti per negligenza³.

Rifletti sui difetti del tuo carattere: realizza pienamente quanto siano negativi e transitori i piaceri che essi ti danno, devi volere con tutte le forze fare del tuo meglio per non soggiacervi più. Questa autoanalisi, che ti conduce di fronte al banco della tua coscienza, facilita il progresso spirituale in un grado che fino ad ora non hai neanche immaginato.

Quando ti lavi esercita la volontà a immaginare che ogni impurità morale sia sciacquata via insieme a quelle del corpo, e nella relazione con gli altri osserva questa semplice regola: non fare mai nulla che non sia il tuo dovere.

Non dire neanche una parola che non sia necessaria; pensa agli effetti che le tue parole possono produrre prima che tu le esprima, e non permettere mai a te stesso di violare questo principio in forza della compagnia in cui ti trovi. Non permettere ad alcun pensiero vano o inutile di occupare la tua mente.

Un pasto frugale, e attenzione agli eccessi

Esercita la volontà durante i pasti, pensando che il cibo sia digerito correttamente e contribuisca al rafforzamento del corpo in armonia con le tue aspirazioni spirituali, senza accrescere al contrario pensieri e passioni negative. Mangia solo quando hai fame e bevi quando hai sete, e mai altrimenti: seppure qualcosa attrae il tuo palato, non cedere alla seduzione per gratificare quella voglia: ricorda che il piacere che deriva da questa soddisfazione non esisteva fino a qualche istante prima, e non esisterà più pochi istanti dopo, un piacere transitorio che può trasformarsi in dolore se preso in grandi quantità, non permettere a te stesso di esserne sedotto; sarà invece qualcos’altro a darti la beatitudine: pensa che tu non sei né il tuo corpo né i tuoi sensi, che qualsiasi piacere o dolore loro facciano provare non ti riguardano veramente.

Pratica questo ragionamento per ogni altra tentazione e, anche se la tua volontà fallirà spesso, otterrai un sicuro successo. Quello che noi cerchiamo ha a che fare con la conoscenza e non con il : l’autoconoscenza merita di essere cercata in quanto conoscenza, non in quanto pertiene al sé. Il principale requisito per ottenerla è l’amore puro: cerca la conoscenza per puro amore, e l’autoconoscenza arriverà da sé a coronare questo tentativo. Non essere impaziente, non cercare riconoscimenti, impara per nient'altro che amore per il sapere, solo così meriterai la vittoria.

Non leggere troppo: anche se hai letto per dieci minuti, rifletti come se avessi letto per ore. Abitua te stesso alla solitudine e a rimanere solo con i tuoi pensieri. Accetta l’idea che nessuno può aiutarti tranne te stesso, e svezzati gradualmente da ogni affetto. Prima di dormire prega come hai fatto al mattino, rivedi le azioni compiute durante il giorno e individua dove hai fallito, ripromettendoti di non farlo domani.

L’amore, la purezza

Il tuo “dio interiore” – spirito d’amore e verità, giustizia e saggezza, bontà e potenza – sarà il tuo unico e permanente amore, il solo a cui fare affidamento, l’unica fede* che, ferma e solida come una roccia, può essere ritenuta vera per sempre, la sola speranza che non fallirà mai seppure tutto il resto andasse in rovina; è tutto quello che puoi desiderare di ottenere, con pazienza, aspettando che venga il divino Redentore a rivelarci la sua presenza dentro le nostre anime.

La porta attraverso cui egli entra in noi si chiama appagamento: coloro che sono scontenti di sé lo sono anche nei confronti della legge che li ha portati a essere quello che sono, e poiché Dio è egli stesso la legge, non si mostrerà a coloro che sono scontenti di lui.

L’uomo non può essere redento da un potere esterno a se stesso: questa è una legge eterna. Ciascuno di noi custodisce un potente dio puro, essenziale, etereo; ma tutto ciò non ha a che fare con la credenza in un dio personale con il quale si possa entrare in comunicazione, ma con uno Spirito universale. 

Se ammettiamo di far parte del flusso dell’evoluzione, allora ogni circostanza deve essere quella giusta per noi. I fallimenti sono il nostro più grande aiuto, per imparare quella calma su cui Krishna insiste tanto: infatti, se tutti i nostri piani avranno successo non avremo alcun contrasto, e inoltre possono essere il frutto di un procedimento sbagliato e la Natura gentile non permetterà che siano portati a compimento. Non avremo colpa di questo, ma possiamo acquisire demeriti karmici qualora non accettassimo l’impossibilità che siffatti piani si compiano.

Il sentiero

Quando ti senti a terra, completamente abbattuto, anche i tuoi poteri diminuiscono di intensità. Si può essere rinchiusi in una prigione e tuttavia lavorare per la causa, quindi elimina dalla tua mente qualsiasi avversione per le circostanze che ti trovi a vivere, anzi immagina che le cose siano come le desideri e vedrai che questo pensiero rafforzerà non solo la tua mente, ma anche il corpo.

Agire correttamente, quando giunge il momento, viceversa attendere pazientemente quando è tempo di riposare, pone l’uomo in sintonia con le maree che montano e decrescono, cosicché, con la legge di natura a sorreggerlo, la verità e la benevolenza come sua sorgente di luce, egli potrà compiere meraviglie. L’ignoranza di questa legge comporta irragionevole entusiasmo da una parte, depressione e perfino disperazione dall’altra, con il risultato che l’uomo diviene vittima di questi flussi, quando invece dovrebbe esserne il padrone.

Sii paziente, apprendista, come chi non teme di fallire e non corteggia il successo. L’energia accumulata non può essere distrutta, deve essere trasferita in altre forme oppure trasformata in altre modalità d’azione: non si può rimanere inattivi per sempre e tuttavia continuare a esistere.

Le difficoltà non siano una scusa per la rinuncia, non perdere le speranze: la forza di compiere un passo dopo laltro è un bisogno primario per coloro che hanno scelto la loro via. Ma dove trovare il sentiero? Guardati attorno, e non sarà difficile scoprire dove gli altri uomini trovano la loro forza.

È vano resistere

Inutile cercare di opporsi a una passione che non possiamo controllare: se l’energia così accumulata non viene condotta entro altri canali, essa crescerà fino a diventare più forte della volontà stessa e della ragione. Per controllarla, tu devi guidarla verso un altro e più alto canale: ed ecco che l’attaccamento a qualcosa di volgare può essere trasformato in amore per qualcosa di superiore, trasformato in virtù cambiando il suo scopo. Le passioni sono cieche, vanno nella direzione in cui noi le portiamo: in questo caso, la ragione è una guida migliore dell’istinto.

La rabbia così conservata troverà il modo di riversare la sua furia su qualche altro oggetto fino ad arrivare a produrre una esplosione distruttiva contro chi la possiede. La calma segue sempre la tempesta: gli antichi sostenevano che non cè vacuum nella natura, la passione non può essere semplicemente cancellata, se viene messa da parte qualche altra energia prenderà il suo posto. Siamo noi a dover sostituire il basso con lalto, il vizio con la virtù, la superstizione con la conoscenza.

Impara che non cè cura per il desiderio, per la voglia di una ricompensa, per le misere brame: un uomo deve solo avere fiducia nel proprio potere interiore, rifiutare di essere spaventato dalla sua più alta natura, e non deve permettere di essere trascinato nel basso del suo sé materiale o inferiore.

Dimentica te stesso

Un uomo in guerra con se stesso ottiene la vittoria solo quando comprende che quella battaglia è lunica cosa per cui valga la pena lottare. Non ti lamentare per le inevitabili controversie della vita, per gli oltraggi, le persecuzioni, le ingiustizie: più cerchi di resistere, maggiore sarà il male che causerai. Lunico rimedio non è sopprimere il dolore, ma eliminare la fonte del desiderio, cosa che ti sarà possibile se la tua mente sarà sempre occupata da pensieri divini. I sensi sono ribelli e disordinati, contemplarli porta ad allontanarsi dal proprio Sé superiore. 

Il Sé possiede le velenose qualità del serpente. La natura umana è talmente bassa, ambiziosa, orgogliosa e piena di sé, dei suoi appetiti e dei suoi giudizi che non vi sarebbe rimedio, se non ponessimo un freno alle tentazioni. Impara a non averne e, quando ti assalgono, con umiltà, rassegnazione, pace interiore, con tenacia e costanza, resisti.

Impara che non devi fare nulla per te stesso: le responsabilità che ricadono su di te sono state mandate dalla Divinità, e tu hai il dovere di compierle. Desidera Dio, e non quello che può darti, compi il tuo dovere solo perché lo devi, non per quello che ne ricaverai, perché non cè valore nella ricompensa: solo così il vero sé può rifulgere in tutto il suo splendore.

Non permettere alla gioia né al dolore di distrarti dal tuo proposito. La conoscenza aumenta in proporzione al suo esercizio: perciò, Cercatore di Verità, con la fede di un bambino e la volontà delliniziato, sii generoso verso coloro che non hanno i mezzi necessari per trovare conforto in questo viaggio.

Nessuno è tuo nemico, nessuno è tuo amico: tutti sono tuoi insegnanti. La vita, manifestazione dell’anima e del supremo, è la più grande maestra. 

Azione, devozione, carità

Non vivere nel presente né nel futuro, ma in quell’eternità dove non cresce la gramigna del male. Purifica il tuo cuore attraverso l’esercizio del pensiero eterno, ci sono due modi per farlo: il primo consiste nell’eliminare ogni negatività, il secondo nel non agitarsi né irritarsi mai, in qualsiasi condizione, e lascia che ciascuno abbia le sue aspirazioni.

Il paradiso è un luogo libero: chi non se ne preoccupa e non vi aspira, ma è contento della sua condizione, è già in paradiso, invece gli egoisti non saranno mai felici e non avranno mai riposo, né in questa né nell’altra vita.

Non sono idonei a diventare discepoli coloro che si credono migliori e più virtuosi degli altri, chi fa un vanto di astenersi dal vizio, chi prova orgoglio per la sua sapienza: questi sentimenti sono i serpenti del Sé. Il discepolo deve invece essere come un bambino che compie il sacrificio di consegnare incondizionatamente il proprio cuore e le proprie emozioni.

Quello che ci circonda, quello che viviamo e proviamo, è reale nella misura in cui esiste indipendentemente da noi e non in virtù delle nostre azioni; tutto ciò che si oppone alla verità non esiste.

L’unico modo per emanciparci da questa esistenza condizionata è la devozione, che significa il “successo nell’azione”: dobbiamo sacrificare le nostre azioni al Supremo, e non a noi stessi. Quel dio possiamo essere noi, o una personificazione della divinità, a patto che non ci consideriamo i fautori di quello che accade, ma solo testimoni. Chi dubita o vacilla in questa fede profonda non godrà né di questo mondo, né dell’altro.

Poteri psichici

La giusta preghiera consiste nella contemplazione delle cose sacre, unita al più intenso e accorato desiderio di rendere sempre più forte la loro influenza sulle nostre vite. Attraverso la contemplazione possiamo raggiungere la vera “cultura spirituale”, che deve essere esercitata quotidianamente; se la meditazione è stata definita come la cessazione del pensiero attivo esterno, concentrazione è tendere ogni giorno, per tutta la vita, a un dato obiettivo.

I poteri psichici così acquisiti possono sì essere usati, ma non bisogna esagerarne il valore, né ignorarne i pericoli; coloro che vi fanno affidamento sono come chi, per orgoglio, ritiene di aver raggiunto la meta mentre invece è solo alla prima tappa del lungo viaggio.

Va’, concentrati con tutte le tue forze per percepire lillusorietà del mondo sensoriale: siamo solo cibo per i vermi. 

*

1.  M. Bevin, The West Turns Eastward: Madame Blavatsky and the Transformation of the Occult Tradition, in Journal of the American Academy of Religion”, 62, 3, 1994, pp. 747-67. Cfr. M. Wills, Spiritualism, Science, and the Mysterious Madame Blavatsky, via Jstor.

2. Citazione e testo a seguire: cfr. H. P. Blavatsky, Teosofia pratica. Il dovere, cap. 5, in Id., La chiave della teosofia, prefazione di E. Cusani, Astrolabio, Roma 1982, p. 5.

3. Il testo che segue è tratto dal cap. Some practical suggestions for daily life (cfr. anche Studies in Occultism, Blavatsky Archive), dove sono raccolti aforismi yoga, versi della Bhagavad Gita, brani tratti dalle diverse opere di Mme Blavatsky o da estratti pubblicati sulle riviste teosofiche come “Lucifer” e “Path”.

* Nella terminologia teosofica, la fede è la conoscenza che proviene dalla pratica dell’altruismo e della gentilezza.

Di H. P. Blavatsky sono disponibili in italiano Iside svelata, vol. I e vol. II e la Dottrina segreta. Cfr. anche il Glossario teosofico.

Commenti

Articoli correlati